Ciotola biansata

Ultima modifica 26 ottobre 2023

Ciotola “ombelicata” bassa, rotonda con due piccoli manici, detti anse, ai lati.
Era una suppellettile di uso domestico. Non presenta alcuna decorazione ma sul fondo vi è un omphalos (onfalo o ombelico) ovvero una rientranza centrale. 

L’omphalos è ricorrente su vasi privi di ansa e di uso rituale come patere o phialai, e svolgeva una funzione di aiuto nella manipolazione del vaso perché questo piccolo incavo permetteva di tenere il vaso da plasmare con una sola mano mentre con l’altra si inseriva un dito nella depressione esterna e il pollice sul bordo. 

È un recipiente di forma aperta le cui dimensioni possono variare da piccole a medie, ma non ne esistono di grandi.
Il suo utilizzo era di uso casalingo, in cucina o come contenitore per i cibi e per liquidi, da prendere afferrando i manici laterali.
La ciotola formava il corredo funerario della tomba 17 in cui era sepolto un uomo adulto rannicchiato sul fianco destro. 

L’esemplare originale presenta anse incomplete a bastoncello e misura cm 6 di altezza con un diametro dell’orlo di circa 17 cm.

Oltre ai recipienti di terracotta, tra cui un bicchiere e una tazzetta biansata, sono state ritrovate tre fibule di ferro, la punta di una lancia e una spada ancora dentro il fodero posta davanti al torace dell’uomo. Da questi elementi si può dedurre che il defunto fosse un guerriero e che le sue condizioni nella gerarchia sociale fossero medio-alte.

Datazione: VI sec. a.C. 590-525 a.C.


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